Dopo la regina Elisabetta, anche J. Ratzinger è sbarcato su YouTube.
Oggi sono stati attivati i nuovi canali vaticani su YouTube (vatican, vaticanit, vaticande, vaticanes), uno strumento di evangelizzazione che non costerà un solo eurocent al Vaticano, mentre costerà milioni di dollari a YouTube, che dovrà interamente sobbarcarsi i costi della banda larga messa a disposizione, rinunciando a qualsiasi introito pubblicitario (per la gioia degli azionisti di Google).
Quanto poi all’interattività del canale, di cui parla padre Lombardi nel suo video, non oso nemmeno mettermi nei panni di chi si deve occupare della lettura dei commenti (non pubblicati) ai video: andrebbe come minimo santificato.
Inoltre risulta molto saggia la decisione di impedire la valutazione dei video, per evitare sgradite sorprese.
Ammetto di non essere riuscito a trattenere le risate, quando ho letto la seguente dichiarazione, involontariamente comica, di Henrique de Castro, Managing Director Media Solutions di Google:
More people search on Google for “dio” than for “celebritá”
Ho provato ad inserire il termine dio nel motore di ricerca di YouTube e il suo pratico servizio di suggerimenti automatici mi ha proposto una bestemmia.
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