Il cattolico Marco Travaglio scrive sulla prima pagina del quotidiano giustizialista Il Fatto Quotidiano:
Dipendesse da me, il crocifisso resterebbe appeso nelle scuole.
Seguono le solite badilate di letame contro i “tromboni di destra, centro, sinistra” (Italia dei Valori esclusa, ça va sans dire) con pacate espressioni tipo “fanno schifo”, “fa pena” e “fa ribrezzo”. Non si salvano nemmeno i chierici e il Vaticano.
Travaglio in buona sostanza vuole dimostrare di essere un illuminato, un puro, l’unico a non essere un ipocrita. Contemporaneamente, difende la presenza di un simbolo religioso in un ambiente laico, arrampicandosi sugli specchi e giungendo a definire il crocifisso “immagine di laicità”. Genitori, insegnanti e ragazzi che non lo capiscono sono “ignorantissimi” (secondo Travaglio).
Anche un amichetto di Travaglio, il cattolico Tonino Di Pietro da Montenero di Bisaccia, si scaglia contro la sentenza della Corte Europea:
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