Anno nuovo, nuova telerissa.
Stavolta si parlava della polemica sulla suora che insegna italiano in una scuola pubblica. In rappresentanza dell’UAAR si è immolata Adele Orioli, vittima degli insulti di Vittorio Sgarbi (“zucche vuote“) e del prete di turno (“ignorante come una capra“, citando Sgarbi). Per la cronaca il leghista Borghezio si è trattenuto più del solito, un vero miracolo.
La quiete dopo la tempesta.
La telerissa è stata interrotta da un servizio a dir poco grottesco su una scuola siciliana che contiene più simboli religiosi di una cattedrale (crocifissi, immagini, altarino, presepe, orologio di Padre Pio), eppure la polizia municipale ha contestato l’assenza di un crocifisso nell’ufficio della preside.
Vittorio Sgarbi si è calmato, ammaliato da Adele Orioli che con il suo soave sorriso è riuscita a respingere tutte le frecciate avvelenate.
Il prete invece non ha subito il fascino dell’UAAR e ha continuato imperterrito ad attaccare su tutti i fronti, dallo sbattezzo fino al sito UAAR, in cui a suo dire non si parla abbastanza di islam e non si toccano mai gli ebrei (critica assurda che conosco bene pure io…)
Infine Paola Concia ha fornito la sua solita dose di aria fritta, cerchiobottismo e laicismo inclusivo, scontrandosi con il leghista Borghezio sull’islam (che non era oggetto del dibattito).
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